Cambalache – Bottega di rigattiere

Gio Giu, 2018

Bottega di rigattiere –  Versione Italiana

Che il mondo è stato e sarà una porcheria,
lo so già:
nel cinquecentosei
come pure nel duemila.
Che sempre ci sono stati i ladri,
i machiavellici, i truffati,
contenti e amareggiati,
preziosi e similoro…
Ma che il ventesimo secolo
sia una mostra
di malvagità insolente
nessuno può negarlo.
Viviamo impelagati in un pasticcio
tutti guastati nello stesso fango.

Oggi succede che è lo stesso
essere onesto o traditore,
ignorante, sapiente, ladro,
generoso o truffatore.
Tutto è uguale, niente è meglio,
un asino come un grande professore.
Non ci sono scartati né promossi,
gli immorali ci hanno raggiunti.
Se si vive nell’impostura
o si ruba per ambizione,
fa lo stesso essere prete,
materassaio, re di bastoni,
faccia tosta o imbarcato clandestino.

Che mancanza di rispetto, che sopruso
alla ragione,
chiunque è un signore,
chiunque è un ladro.
Mescolati a Stavisky
vanno Don Bosco e la mantenuta di turno,
Don Ciccio e Napoleone,
Carnera e San Martin.
In una vetrina irriverente
di rigattiere
si è mescolata la vita
e ferita da uno spadino sgangherato
vedi piangere la Bibbia
contro uno scaldabagno.

Ventesimo secolo, rigatteria
problematica e febbrile!
Chi non piange non mangia
e chi non ruba è uno scemo.
Continua pure, continua che va,
tanto, là nel forno ci si incontrerà.
Non pensare più, scansati e siediti
che a nessuno importa se sei nato onesto.
Chi lavora notte e giorno
come un bue, è uguale
a chi vive degli altri,
a chi uccide, a chi guarisce,
o a chi è fuori dalla legge.

 

Cambalache – Versione Spagnola

Enrique Santos Discèpolo
Editorial Musical Korn – Intersong, 1935

Que el mundo fue y serà una porquerìa,
ya lo sé:
en el quinientos seis
y en el dos mil también.
Que seimpre ha habido chorros,
maquiavelos y estafaos,
contentos y amargaos,
valores y dublé…
Pero que el siglo veinte
es un despliegue
de malda’ insolente
ya no hay quien lo niegue.
Vivimos revolcaos en un merengue
y en el mismo lodo todos manoseaos.

Hoy resulta que es lo mismo
ser derecho que traidor,
ignorante, sabio, chorro,
generoso o estafador.
Todo es igual! Nada es mejor!
Lo mismo un burro que un gran profesor,
no hay aplazaos ni escalafòn,
los inmorales nos han igualao.
Si uno vive en la impostura
y otro roba en su ambiciòn,
da lo mismo que sea cura,
colchonero, rey de bastos,
caradura o polizòn.

Que falta de respeto,
qué atropello a razòn!
Cualquiera es un señor,
cualquiera es un ladròn.
Mezclao con Stravisky
Va Don Bosco y “la Mignon”,
Don Chicho y Napoleòn,
Carnera y San Martin.
Igual que en la vidriera irrespetuosa
de los cambalaches
Se ha meclao la vida,
y herida por un sable sin remache
ves llorar la Biblia
contra un calefòn.

Siglo veinte, !cambalache
problemàtico y febril!
El que no llora no mama
y el que no afana es un gil.
Dale nomàs, dal eque va,
que allà en el horno nos vamo’ a encontrar.
No pienses màs, sentate a un lao,
que a nadie importa si naciste honrao.
Es lo mismo el que labura
noche y dìa, como un buey,
que el que vive de los otros,
que el que mata, que el que cura
o està fuera de la ley.

– Alexander Stavisky, truffatore internazionale morto suicida in un carcere di Baiona nel 1934;
Don Bosco, fondatore dell’ordine del Salesiani, canonizzato da Pio XI nello stesso anno;
Don Chicho, nomignolo di Juan Galiffi, capo della mafia argentina. Arrestato e processato nel 1932;
Primo Carnera, pugile italiano campione mondiale dei pesi massimi nel 1933.
La Biblia contra un calefòn, immagine non surreale, ma iperrealistica: si riferisce alla carta sottile da Bibbia infilzata in un chiodo come carta igienica.

 

Ma che tango e tango.

Ai coniugi Paola ed Enzo ed ai germani Paola e Fernando Alfredo Cabrera, grazie.
Una rappresentazione che si recitava nelle caverne-club già tremila  anni orsono ma sempre attuale.
Un tango-canzone,  una canzone-tango o una nenia  di uomini oppressi ma non domi?
Un grido di dolore e di rabbia scambiato, dai danzatori e non,  per passionali e voluttuose dichiarazioni e promesse d’amore in un, volteggiando, abbraccio,  sospinti da tanta imperativa musica.
Questo volevamo dirvi.